00 09/10/2007 01:23
Le teorie di Perantibus non stanno in piedi perchè non si può quantificare in spettatori il ciclismo.
Il concetto di spettatori è fondamentale in uno sport professionistico perchè gli spettatori pagano, il "seguito" ("seguito" e non "spettatori") non paga, sono degli appassionati o tifosi di un ciclista o di una squadra di ciclisti.
Non sto dicendo che il ciclismo non è un sport professionistico, sto dicendo che è legato alle sponsorizzazioni.
L'imprenditore spende se c'è un ritorno economico maggiore alla spesa, un concetto un pò elementare di investimento, giusto per far capire anche i mussi (clivensi e non).
Ora io mi chiedo: se io sono un imprenditore di successo, ha senso continuare a sponsorizzare il ciclismo a meno che io non sia un ex atleta o un appassionato di ciclismo?
Per un imprenditore è meglio legare il suo nome a uno sport di squadra vero e proprio.
Vicenzi ha legato il suo nome al basket, Campedelli ha legato il suo nome al calcio, non ho mai sentito parlare di Sanson e di ciclismo professionistico in un unico discorso, all'infuori di Verona, voi?
Non dimentichiamoci, infine, i giusti ragionamenti fatti in precedenza: mentre il basket e il calcio sono sport rappresentativi di Verona, il ciclismo non è rappresentativo, è una vetrina di atleti singoli in cui Verona passa in quarto/quinto piano.



Sono diventato medico per curare le malattie, non i malati.