Verona città metropolitana?

Rallentare frenando. Sembra questo l'imperativo che regola l'approccio di due fra i principali comuni della «cintura» di Verona, San Giovanni Lupatoto e San Martino Buon Albergo, sull'annunciato progetto di costituzione di Verona come «area metropolitana» (14 comuni per un totale di 473 mila abitanti).
La conferma di una linea estremamente prudente viene dai due sindaci, Fabrizio Zerman e Valerio Avesani. «Siamo disponibili a valutare le possibilità di miglioramento e di integrazione dei servizi dei servizi che potessero risultare dall'attivazione di Verona come città metropolitana», spiegano i due primi cittadini. «Questo non deve però neppur lontanamente lasciar credere che i comuni della cintura della città siano disponibili a una fusione con Verona. Insomma, di inglobare le nostre comunità nella città capoluogo, se mai qualcuno ci pensasse, non se ne parla».
Il sindaco Zerman ci tiene a ricordare che per iniziativa di alcuni primi cittadini di paesi della provincia era stato attivato lo scorso anno un «Coordinamento dei comuni metropolitani» di cui facevano parte quattordici comuni con l'obiettivo di trovare soluzioni e progettualità condivise e di contare di più negli scenari e nelle scelte adottati a livello provinciale e regionale. Anche in questo caso la fusione dei comuni non era stata minimamente presa in considerazione, come ora con Verona area metropolitana.
Una netta opposizione che non sembra motivata soltanto dall'attaccamento alla poltrona. Secondo quanto spiegano i due sindaci, le motivazioni sarebbero ben altre e riguarderebbero la qualità dei servizi e la vicinanza alle esigenze della comunità amministrata.
Dice Zerman: «Per quanto mi riguarda credo ancora fermamente nel motto "piccolo è bello". San Giovanni Lupatoto ha dimostrato attraverso le sue società controllate o partecipate di saper erogare i servizi, dall'acqua al gas, prestando un servizio di qualità alla cittadinanza e realizzando i giusti margini a favore della comunità. Questo non esclude che ci siano aree di miglioramento ulteriori anche se devo dire che vedo i pericoli derivanti dal fatto di confluire in un calderone unico».
Una linea di pensiero che è pianamente condivisa dal sindaco Avesani. Precisa Avesani: «Giusto che la progettualità sia condivisa ma l'indipendenza e l'autonomia dei singoli comuni deve restare un punto fermo. Ci sono comunque ambiti dove si possono realizzare altre sinergie. Da queste, escluderei a priori la pianificazione urbanistica, ma c'è spazio per parlare di servizi, infrastrutture e trasporti pubblici».
Anche per Zerman quello dei trasporti è uno dei primi ambiti in cui confrontarsi a livello di area metropolitana. Senza però mettere in secondo piano le infrastrutture.
Afferma il sindaco lupatotino: «La prima cosa che mi viene in mente è il completamento della statale Tranpolesana fino al centro città. Ma si potrebbe affrontare anche la questione di un collegamento diretto San Giovanni - San Martino, magari con un ponte sull'Adige. Certo siamo di fronte a investimenti colossali che richiedono un approccio metropolitano. Per quanto riguarda l'urbanistica ci sono già strumenti e previsioni di legge che tentano di regolare gli interventi a livello sovracomunale».
Il sindaco Avesani allarga i campi della progettualità comune anche a argomenti nuovi: «Un argomento da affrontare insieme potrebbe essere quello dei trasporti scolastici e magari quello dei servizi sociali». Altri settori come la gestione del sistema idrico sono di fatto già oggetto di una gestione unica a livello provinciale. Acquedotti, rete idrica, fognature e depuratori sono già gestiti da Aato e Acque Veronesi.
La raccolta dei rifiuti è invece un settore dove si potrebbe realizzare una ulteriore sinergia. Conclude il sindaco Zerman: «Se ci fosse stata l'area metropolitana e la condivisione delle scelte, quando negli anni '80 venne individuato nella basse di San Michele il sito per l'inceneritore di Ca' del Bue, magari oggi avremmo un problema in meno...».

Renzo Gastaldo

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Non succederà neanche fra un milione di anni.