Redditi, Verona quinta in Italia
E' la capitale del ricco Nord Est
Ma gli esperti invitano alla prudenza: «L'effetto della crisi si vedrà fra un anno»
Con 22.740 euro di reddito medio pro capite dichiarato, Verona risulta essere la quinta città più ricca d’Italia e la prima del Veneto e in generale di tutto il Nord Est. Il dato proviene dall’analisi sui dati dell’Agenzia delle Entrate, che ha esaminato 41 milioni di contribuenti Ire (ex Irpef, quindi parliamo di imposta sulle persone fisiche), valutando le dichiarazioni 2009 che si riferiscono ai guadagni del 2008. Risultati che sono stati pubblicati ieri dal Corriere della Sera. A livello nazionale l’imponibile medio ammonta a 19.110 euro, in crescita del 3 per cento rispetto all’anno precedente, anche se il Pil nel 2008 è calato dell’1 per cento.
Il Veneto cresce meno del resto d’Italia (più 1,5 per cento), ma il risultato di Verona colpisce perché colloca la città scaligera fra le grandi, subito dietro a Roma, Bologna e Firenze. A parte Milano (dove il reddito medio si avvicina ai 31mila euro annui), le altre città in testa alla classifica presentano valori non lontani da quelli di Verona (sopra i 25mila euro Roma e Bologna; sotto i 24mila Firenze). Giuseppe Bortolussi, presidente della Cgia di Mestre, dice che un risultato come questo non deve stupire: «Verona è una città particolare – commenta – perché ha un tessuto economico dotato di molte eccellenze e molto diversificato. Penso all’agricoltura, all’agroalimentare, al marmo, alla meccanica, all’industria del caldo e del freddo. Per non dire che stiamo parlando della capitale finanziaria del Veneto. Una ricchezza e un equilibrio unici».
Secondo Bortolussi è azzardato ipotizzare che all’origine del distacco vi sia anche una differenza culturale, che porta i veronesi a evadere di meno. «È vero – ammette – che una città come Venezia, fondata com’è sul turismo, lascia più spazio ai comportamenti scorretti. Tuttavia non si può non vedere che il turismo veneziano è in crisi oramai da dieci anni, mentre Verona grazie all’arte, a Giulietta, all’Arena e al lago, resiste. Più che altro occorre cautela per due motivi: l’anno della crisi è stato il 2009, perciò sarà interessante rivedere questi dati tra un anno. Inoltre nel 2008 gli studi di settore erano ancora molto rigidi e le piccole imprese hanno pagato più del dovuto».
La cautela è l’atteggiamento richiamato anche da Alessandro Bianchi, presidente della Camera di commercio di Verona: «Come dato tendenziale – afferma – è positivo e fa piacere, ma non bisogna prenderlo con troppo entusiasmo, perché queste cifre fanno presto a mutare. A parte la solidità del tessuto produttivo e commerciale cittadino, penso però che tra le ragioni del primato contribuisca anche il costume, dato che i veronesi non amano restare fuori dalle regole». Il preside della facoltà di Economia del’università di Verona, Francesco Rossi, invita a considerare il valore assoluto: «Superare l’una o l’altra città di qualche posizione – avverte – non è molto significativo. Ciò che conta è che Verona si colloca tra le prime venti città italiane, con un reddito pro capite superiore di 3.600 euro rispetto a quello medio nazionale».
Davide Pyriochos
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