Alle 17.57 di ieri l’Ansa batte la notizia della rinuncia di Roma all’A1 e che la Lega Volley “prende atto” della domanda di ripescaggio presentata dalla Marmi Lanza. Verona così ce l’ha fatta: torna in A1, anche se dalla porta secondaria. Poco importa. Il volley nel massimo campionato e la Verona dei canestri ancora in B2. Sempre meglio che niente, dirà qualche baskettaro appassionato.
Ma è così difficile mettere in piedi un progetto per la serie A? Guardiamo la pallavolo: un presidente-sponsor (un po’ come come lo era Vicenzi nella prima parte dell’avventura con la Scaligera), la Banca Popolare che lo affianca (e in piazza Nogara sono main sponsor del basket), una serie di partner istituzionali (Fiera, Agsm ed altri), tanto quanto il Basket Scaligero che quest’anno ha ritrovato anche il sostegno di vecchi amici come il Gruppo Calzedonia. E allora? C’è solo una differenza: il volley è in A1 (5500 spettatori nella “bella” della finale), la Verona dei canestri si arrabatta in B2, pur richiamando oltre duemila spettatori. E’ facile pensare cosa succederebbe se tornasse la serie A… o è anche una questione di uomini? Ai blogger dei canestri l’ardua sentenza….
Mario Poli
blog.telenuovo.it/blog/blog8
Arrivano subito i commenti:
Mario, una volta per tutte: o la capiamo che la rovina della pallacesto veronese è il signor Vicenzi che da sempre rappresenta un "tappo" per qualsiasi iniziativa o saremo sempre qui a fare questi discorsi. Vicenzi vuole comandare e non metterci un soldo. In più impedisce che parta qualsiasi altra iniziativa. E' per questo che a Verona il gioco dei canestri è finito. Cmq complimenti per il blog.
pallacesto
Mario, hai detto tutto giusto. Le potenzialità ci sono tutte, però non si realizzano in pratica.
Quindi posso solo pensare che nella società che c'è oggi c'è qualcosa che non va.
manaland
Qualche problema in società? Il problema ha un nome e un cognome: Vicenzovo, Mr Day, Biscotti Lupatotini....
Gino
...e nonna matilde
Ovogalinae
Un frammento d'eternità può alterare il corso del tempo. Chiunque può farlo se gli viene concessa una seconda possibilità. Si tratta solo di sfruttarla in maniera diversa dalla prima. Così stiamo ancora cercando qualcuno che pensi al posto nostro. Ora più che mai, perché lo scopo è capire se è meglio il punto di partenza o il punto di arrivo. Forse basterebbe collocare il frammento d'eternità in un tempo che non gli appartiene. Questo è quello che fa Slam.
(Lolly, Slam n° 33, 1999)