Riporto l'intervista a Fadini comparsa oggi sull'arena.
La Banca Popolare sembra incapace di arrestare la striscia negativa. E’ arrivata a cinque sconfitte consecutive. Resta ancora in linea con l’obiettivo d’inizio stagione (i play off), ma da tempo (non vince dal 12 dicembre) non si esprime al suo miglior livello.
Fadini, qual è la sua opinione sulla Banca Popolare?
«La situazione è sotto gli occhi di tutti. Se dobbiamo fare un’analisi adesso, è spietata perché c’è impegno, voglia, applicazione, ma zero lucidità, zero scioltezza di gioco, c’è una forzatura dietro l’altra, il gioco d’assieme latita e, quindi, si fa solo grande confusione. Poi ognuno ci vuole mettere una pezza, fa il salvatore della patria ed è ancora peggio. Da parecchie partite, si vince nettamente ai rimbalzi, ma le percentuali di tiro sono imbarazzanti perché il tiro non è solo segnare o sbagliare, ma anche come si costruisce».
Alla base delle cinque sconfitte consecutive, ci sono problemi tecnici o psicologici?
«Le due cose non sono mai disgiunte nello sport. Una cosa è legata all’altra e la condiziona».
Qual è l’atteggiamento della società?
«La società è molto dispiaciuta. Sapeva che prima si era sopra le righe. La squadra stava andando fin troppo bene, ma ora è passata da un estremo all’altro, non c’è una via di mezzo. Il signor Vicenzi, sabato sera, aveva un diavolo per capello, era imbufalito. Uscendo dal PalaOlimpia, mi ha detto: "non mi sto divertendo più"».
Come è la posizione di Guadagnini? Si è pensato a sostituirlo?
«Ho sentito anch’io, nelle settimane scorse, spifferi, voci, critiche sulla conduzione tecnica. Però, finora, il Basket Scaligero si è sempre rifiutato di ragionare in un’ottica di rigoroso, rude, pragmatico professionismo, come se si fosse in serie A. Discutendo, si dice: siamo in B2, sono tutti dilettanti e non ci dovrebbero essere posizioni di privilegio, contratti o soldi da difendere. Possibile che si debbano mettere in pratica gli stessi mezzi che sono obbligati in A? Ci si augurerebbe proprio di no».
Guadagnini ha detto che se la sente di continuare.
«Visto che ne ha parlato, è vero che con lui abbiamo usato un altro sistema, ritenendo Guadagnini una persona intelligente, uno di casa. Proprio dopo la partita di Saronno, che sembrava il punto più basso raggiunto, su incarico del presidente Vicenzi, sono stato io a parlare con Guadagnini, chiedendogli in modo molto franco e schietto se aveva una ricetta o proposte da fare e se, in tutta sincerità, si sentisse pronto e in grado di uscire dal tunnel tecnico-psicologico dove la squadra sembrava finita. La sua risposta è stata che sì, era sicuro di farcela, che piano piano tutto si sarebbe rimesso in sesto. E che già aveva vissuto periodi simili, sapendone uscire, cosa che mi ha ribadito anche dopo la sconfitta con Cavriago. Il nostro approccio con Guadagnini è stato molto trasparente. Certo, la società si aspettava di meglio dall’ultima partita casalinga».
Guadagnini ha riscontrato dei miglioramenti.
«Mah, speriamo. Ancora tanti non ne ho visti, però...».
Guadagnini è all’esordio in B2. La società ha pensato di affiancargli un tecnico di maggiore esperienza?
«L’ipotesi è uscita all’interno della società, ma a mio avviso non è cosa che si possa fare d’imperio perché dovrebbe avere il sì dello stesso Guadagnini, deve essere un fatto condiviso ed essere il coach a suggerire una persona con la quale ha un buon feeling. Guadagnini sa come la penso e, se vuole, la società è pronta ad assecondarlo, ma per adesso l’allenatore non si avvale di questa ipotesi e preferisce andare avanti così».
La società tornerà sul mercato?
«Ricordo che il regolamento consente un solo cambiamento all’andata e uno al ritorno e che i due movimenti non sono cumulabili, cioè se non facevamo un cambio all’andata non è che avremmo potuto farne due al ritorno. Inoltre, la regola di sei over e quattro under condiziona non poco».
Sabato sera, qualcuno ha invocato Scolaro.
«Parlo solo di fatti concreti, non dò bado a chiacchere. Scolaro, per vicissitudini fisiche, ha saltato letteralmente i primi due mesi e la squadra volava. Quando è rientrato, non ha più trovato un’identità e un ruolo preciso, come era normale. Ha giocato pochi minuti senza incidere e lui per primo era scontento di come stavano andando le cose. E alzi la mano chi, allora, avrebbe messo a sedere Sterzi o Silvestrucci per far giocare Scolaro. Oggi è diverso, ma a posteriori è facile parlare: oggi ci sarebbe bisogno anche di Rolly Gazzieri in campo».
Perché lo Scaligero ha scelto di inserire un altro lungo?
«Dovevamo assolutamente prenderlo perché c’era il problema di eventuali infortuni e, soprattutto, perché avevamo una certa preoccupazione per l’involuzione che stava avendo Nobile, anche se poi abbiamo scoperto dipendente da uno stato fisico non ottimale, nonostante Claudio si impegni sempre al cento per cento. Ma non sappiamo quando tornerà ad essere il giocatore d’inizio stagione».
L’assenza di un play di ruolo, però, si sente.
«Prendere un play significherebbe mandare via uno dei play attuali. Vogliamo capire, comunque, se il coach lo chiederà alla società: sinora non l’ha fatto».