Scritto da: baloncesto 27/11/2006 9.49
Ciao Doc, non ti incazzi per l'appellativo vero?
Oltre ai commenti telegrafici "inquietanti", riesci anche ad esprimere qualche commento condito da qualche riflessione personale? ti chiedo troppo o sei "solo chiacchiere e dottorato"?
Riflessione personale mmmmmmmm riguardo cosa?
Martedì 3/2 del 2002 l'igegner Sandro Bordato, vice presidente dell'Associazione Industriali e Presidente dell'associazione Piccole Industrie, illustra il progetto del Comitato Pro Scaligera.
Di cosa si tratta?
Non è solo una cordata per salvare la società quell'anno, ma anche un progetto per il futuro: è una sottoscrizione popolare delle quote azionarie della Scaligera Basket, così da trasformarla in "Public Company" con la supervisione dell'amministrazione comunale di Verona, l'obiettivo sono 500.000 euro, si vedono testimonial come Dalla vecchia e l'Arena pubblicizza il tentativo.
Il 12/2 del 2002 si è già arrivati a 100.000 euro, Bordato compare nella trasmissione Derby di TeleArena e auspica la rinascita del basket veronese tramite il salvataggio degli stessi cittadini di Verona.
Adesso arriviamo ai fatti cruciali: l'assessore allo sport Giovanni Luca Darbi dice che il Comune parteciperà al progetto e si fa avanti anche Fiorillo, sì, avete letto bene, c'è anche Fiorillo che si fa avanti per prendere delle azioni da 500 euro l'una, naturalmente Fadini in questo momento ha già il biglietto in tasca per Napoli.
L'affare non va in porto, si stringono i tempi e per il 19 Bordato alza bandiera bianca, tutto nel giro di poco tempo.
Quel giorno girano voci che Vicenzi sia d'accordo con la Glaxo per ripartire ma alla fine non se ne fa più niente.
L'anno sportivo dopo Vicenzi e Bordato si mettono insieme e contattano Prandi per far riammettere la Scaligera al campionato di serie A, ma i regolamenti vietano la reintegrazione di una squadra fallita, la San Zeno è comunque già bella pronta e lustrata per fare la C1 e sono tutti contenti.
Il mio parere è che in quei giorni invece di lavorare assieme ci si sia tutti limitati a vicenda per avere il controllo totale sulla Scaligera anche perchè, diciamocelo pure, per Vicenzi, Fiorillo, Bordato o Fadini 500.000 euro sono noccioline.
se andiamo ad analizzare l'assetto societario prima del fallimento scopriremo che Fiorillo non aveva il 100% delle quote della società, interessante non trovi?