Vicenzi riporta in pari Parmalat

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Davide
00venerdì 20 ottobre 2006 22:54
A circa un anno dall’acquisizione delle 4 aziende, azzerato il rosso di 6 milioni di euro di margine operativo dell’ultimo bilancio

Il presidente: «Dobbiamo accelerare sulla produzione sulle esportazioni»

Grisbì va in Medio Oriente E nasce la «courtesy line»


A un anno dall’acquisizione del ramo backery e dolciario della Parmalat, la Vicenzi azzera i sei milioni di rosso del margine operativo lordo che avevano macinato nell’ultimo esercizio le quattro unità produttive di Lurate in provincia di Como, Atella (Potenza), Nusco (Avellino) e Bovolone. «Se da qui a fine anno l’andamento del mercato non cambierà radicalmente, siamo convinti di chiudere i conti in pareggio. Siamo sulla buona strada», dice Giuseppe Vicenzi, presidente della Vicenzi e della Misterday, la società veicolo attraverso la quale sono state rilevate le società ex Parmalat.
Gli stabilimenti, alla cui guida sono andati manager della Vicenzi, sono stati rimessi a regime e il gruppo con questa produzione punta specialmente sui mercati esteri per generare volumi di vendita nuovi e, soprattutto, ricorda il presidente Vicenzi, «recuperare le quote di mercato che erano state perse dalla Parmalat». Per questo il gruppo di San Giovanni Lupatoto ha avviato una campagna di lancio all’estero incentrata in particolare sui marchi dell’ex divisione forno Parmalat tra cui Grisbì, MrDay, Prontoforno e Matin.
«Il mercato Italia è pressoché saturo», dice Vicenzi. «Dobbiamo assolutamente fare azioni per promuovere le vendite in tutti i Paesi del mondo, per quanto accessibili in termini di pagamenti. Dobbiamo far lavorare gli impianti e dobbiamo fare presto». E in questa strategia sull’estero, che oggi genera circa 20 milioni di euro di ricavi, sta la recente missione dell’azienda in Medio Oriente, con tappe a Dubai e in Israele.
«La divisione backery era stata lasciata a se stessa dalla Parmalat», dice ancora il presidente. «Ci sono molta potenzialità inespresse che vanno recuparate e valorizzate». Ma c’è anche un problema di personale: a fronte di una quasi parità di fatturato (poco oltre i 50 milioni di euro) tra la Vicenzi e le aziende ex Parmalat i lavoratori a San Giovanni Lupatoto sono 200 mentre nei quattro stabilimenti dove si producono le merendine e i biscotti Grisbì e MrDay sono 400. Problemi di esuberi? Al momento è una questione che non esiste, in quanto, spiega Vicenzi, «l’acquisizione è stata fatta applicando le norme della legge Marzano che impone il mantenimento dei livelli di occupazione per due anni».
Intanto la campagna di crescita all’estero sta dando i suoi frutti. Puntando anche sul fatto che la pasticceria fine di qualità italiana ha poca concorrenza, ma è anche poco conosciuta. Insomma è un prodotto di nicchia nell’agroalimentare di alto livello dove il gruppo veronese gioca un ruolo di leader. «In moltissimi Paesi, se escludiamo Ferrero, non sono presenti altri marchi italiani», chiosa Vicenzi.
I Paesi dove il gruppo è presente fuori dalla Ue, che è considerata mercato domestico, sono oltre cento in ogni continente: dagli Emirati alla Giordania, dall’Egitto all’Iran, dalla Guinea Equatoriale all’Albania, dal Nord e Centro America al Sud Africa alla Cina dove, peraltro, le sfogliatine e gli amaretti della Vicenzi sono presenti da anni.
Il lancio a Dubai dei prodotti Grisbì è stato organizzato con incontri con le tivù e la stampa specializzata e quotidiana in lingua araba (con un ritorno dell’80%) e con buyers delle catene di distribuzione non solo degli Emirati, ma di tutta l’area mediorientale. Un successo di immagine, ma anche di ordinativi, assicurano alla Vicenzi.
Oltre all’export, il gruppo veronese gioca anche la carta dell’innovazione di prodotto e a settembre ha iniziato la promozione della «courtesy line», cioè dei dolci monodose che accompagnano il caffè o il cappuccino; nello specifico si tratta di un amaretto di Matilde e di un mini Grisbì. «Abbiamo iniziato a mandare ai 750 torrefattori di caffè italiani una lettera e una brochure di presentazione assieme a un campione dei nostri prodotti», spiega Vicenzi. «C’è stato un ritorno quantitativo inaspettato, intorno al 15%, e soprattutto tra le aziende più importanti. Poi proseguiremo con i torrefattori di tutto il mondo; in tutto 1.500-1.600 aziende». Un segmento nel quale Vicenzi crede molto. «Ci siamo prefissati», dice, «di raggiungere un target di 5 milioni in un anno».
Ricavi che andranno a sommarsi ai 103 milioni di euro di fatturato previsto per la fine del 2006, mentre l’azienda «rispetta tutte le tappe del piano finanziario» per l’acquisizione con 17,8 milioni delle aziende ex Parmalat.

Lucio Bussi

www.larena.it
Iuzzolino
00giovedì 2 novembre 2006 02:12
"Per un progetto non da solo io ci sto"
Davide
00giovedì 2 novembre 2006 12:30
[SM=g27828]

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