Verona, volantinaggio sul convegno con gli assessori di An, scoppia lo scontro tra esponenti del Collettivo e del Blocco studentesco
L’unica cosa certa è una. Che quello che è successo poco prima delle 8 davanti al liceo Maffei è tutto, tranne che una «lite». Perchè davanti a quel liceo classico le cui mura da tempo rispecchiano quello che in questa città sta accadendo - ma che come sempre viene liquidato nel bassofondo delle «schermaglie studentesche» - si è consumata quella che le cassandre dell’antagonismo politico avevano previsto da tempo. C’è chi la potrà archiviare come una «scazzottata ». Come una «rissa» tra due esponenti politici del mondo giovanile. Ma quello che è successo è altro. E non può sciogliersi nella prognosi di cinque giorni che i «contendenti» in questione hanno incassato al pronto soccorso. Perchè quello che è accaduto all’ingresso assolutamente violabile se non altro con le bombolette che lo vergano quasi quotidianamente - del Maffei, ha ben altri risvolti.
Hanno un pregresso ben diverso da quello di una «bega» tra giovanotti di opposte idee politiche, i pugni che ieri mattina hanno coinvolto uno dei leader del collettivo studentesco, Zeno Rocca e il segretario regionale di Casapound Italia - a cui fa riferimento il Blocco studentesco - Marcello Ruffo. L’antifascita e il «fascista del terzo millennio». E il pregresso nasce - in ultima battuta, anche se ha una fecondazione ben più lontana - dal convegno che sabato si terrà nella sede di Casapound sull’istruzione, con la presenza dell’assessore regionale Elena Donazzan e di quello provinciale, Marco Luciani. Pregresso che mette le radici dalla nascita del Blocco Studentesco. «Pregresso» che per qualche tempo si era limitato alle schermaglie delle bombolette. Ma che poi ha alzato il tiro, con il passaggio del Blocco dalla Fiamma Tricolore a Casapound, con l’arresto di un ex militante, Raffaele Dalle Donne, condannato in primo grado per l’omicidio di Nicola Tommasoli. Con una bomba carta fatta esplodere davanti alla sede del Cutty Sark, il pub di Casapound. Con le scritte «Ocio» siglate BS fuori dal collettivo Metropolis. Con le ultime «vergate» e gli ultimi blitz compiuti dai «fascisti del terzo millennio » fuori dal Maffei.
Il collettivo studentesco si era «presentato» con un blitz nell’ufficio di Luciani, «invitandolo» a non presenziare. E l’invito lo aveva rivolto proprio Zeno Rocca. Zeno frequenta il liceo Maffei. E ieri mattina, quando è arrivato davanti a scuola, ha trovato Marcello Ruffo e altri due militanti del Blocco Studentesco che volantinavano per l’incontro di sabato. E’ da qui in poi che i racconti divergono. Stando al leader del collettivo studentesco i tre lo avrebbero riconosciuto e provocato. Lui, in risposta, avrebbe strappato qualche volantino e uno lo avrebbe appallottolato, tirandolo addosso a Ruffo. Che ha reagito con uno schiaffo. Questo è l’unico punto in cui le versioni concordano. «Quel ceffone - dice Ruffo - l’ho tirato solo perchè lui ci ha esasperato con i suoi insulti». Peccato che dallo schiaffone si sia passati ai pugni. Rocca ha detto di essere stato aggredito da tutti e tre gli esponenti del Blocco, di essere stato buttato per terra, di essere stato preso a calci e cazzotti, mentre altri due militanti del collettivo assistevano impietriti alla scena. «Non escludo - ha detto - di aver dato qualche colpo anch’io. Avevo lo zaino, il casco sul braccio e ho tentato di difendermi».
Per entrambi la prognosi è di cinque giorni. «Ma che Ruffo - ha dichiarato Rocca non dichiari di aver agiro da solo, perchè anche gli altri due mi hanno picchiato». «Lui - risponde il segretario regionale di Casapound - ci ha tirato pugni e colpi di casco e sputato sangue addosso. E non era affatto da solo». Uno dei due militanti del Blocco, a sua volta, è andato in pronto soccorso. E per lui la prognosi è di dieci giorni. Ma al di là di quella fisica, è la valenza politica di quello che è accaduto, a pesare. Si sono fatte sentire tutte e due le fazioni, ieri. «Non c’era bisogno di quest’ennesima aggressione per sapere che dietro i patetici tentativi di mostrarsi nuovi da parte di quelli che si autodefiniscono 'fascisti del terzo millennio' ci sono sempre e solo fascisti - ha dichiarato il collettivo studentesco - Chiediamo la chiusura immediata di Casapound e tutti i covi neo-fascisti. Diffidiamo gli assessori e tutte le istituzioni dal partecipare all’assemblea di Casapound e a qualsiasi altra iniziativa futura. E ci auguriamo che il fatto non venga definito una 'ragazzata'...».
Il Blocco Studentesco si è limitato alla ricostruzione del fatto. «Nessuno vuole nascondere di essersi difeso, ma si vuole chiarire chi ci ha provocato». Sabato il convegno organizzato da Casapound si terrà. Eccome. Alla presenza di tutti e due gli «invitati». «Sarò - ha dichiarato Elena Donazzan - , presente a Verona perché ritengo sia giusto confrontarsi con chi mi invita ai dibattiti, piaccia o meno a coloro che hanno già criticato me e l’assessore Marco Luciani per questa scelta. A chi vorrebbe zittire chi non si omologa al pensiero unico della sinistra, ricordo che solo nello scorso anno, in tutta la penisola, questi ragazzi (i militanti di Casapound, ndr) hanno subito quaranta aggressioni, e non vorremmo che questo clima portasse ad un punto di non ritorno». Stessa linea per Luciani. «Il Blocco ha rappresentanti eletti nella consulta studentesca e io dialogo con tutti. L’ho fatto anche con quelli del collettivo, che pure si sono presentati da me con un blitz. Gli ho risparmiato una querela. Quando anche loro, che attualmente non lo sono, saranno legittimati dal voto degli studenti saranno dei miei interlocutori». Intanto quel convegno che probabilmente non avrebbe visto che una manciata di «auditori» sta diventando una questione di ordine pubblico. A Casapound l’appuntamento è per le 17. Ma dalle 15, il largo Caldera a Valverde, si terrà il presidio degli studenti antifascisti. Giusto perchè nessuno pensi che si tratti di una «ragazzata ».
An. Pe.
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