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Speciale sul decennale della Korac

Ultimo Aggiornamento: 21/04/2008 02:07
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25/03/2008 19:12

Su consiglio di questo forum (il sito ci è stato gentilmente hackerato [SM=x572534]), la redazione sportiva di TeleArena ha deciso di fare uno speciale sul decennale della Korac!
D'Errico ha preannunciato molte sorprese, qui i commenti!
Se qualcuno intanto vuole gustarsi la coppa, può già vedere la sintesi seguendo questo link:

freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=7069055



[IMG]http://i32.tinypic.com/w6pac1.jpg[/IMG]

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25/03/2008 19:24

Lo speciale dovrebbe seguire la programmazione di "B come Basket", quindi 13.35 e 21.10 replica.
Ho notato che le trasmissioni di TeleArena iniziano spesso dieci minuti prima, quindi siete avvisati.



[IMG]http://i32.tinypic.com/w6pac1.jpg[/IMG]

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26/03/2008 01:23


D'Errico ha preannunciato molte sorprese



Secondo me le cose sono due: o ci saranno i commenti "dell'altra sponda" cioè di Dalipagic o ci sarà qualche ospite in studio tipo Mazzon, Keys o Iuzzolino.



[IMG]http://i9.tinypic.com/6jnnzfs.gif[/IMG]

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26/03/2008 15:39

Secondo me i commenti di Dalipagic sulla Korac non sono mai stati presi... è più probabile un collegamento telefonico con Iuzzolino, voi cosa ne dite?



[IMG]http://i32.tinypic.com/w6pac1.jpg[/IMG]

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26/03/2008 23:53

La presenza di Boni e Dalla Vecchia mi sembra scontata.



Sono diventato medico per curare le malattie, non i malati.
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01/04/2008 15:05


L’ANNIVERSARIO. L’1 APRILE 1998 LA SCALIGERA BASKET, TARGATA MASH JEANS, DOPO AVER PERSO DI 6 PUNTI IN GARA-1, VINSE A BELGRADO DI 9 CONTRO LA STELLA ROSSA

E Verona entrò nella storia del basket
Dieci anni fa la conquista della Coppa Korac, primo e unico trofeo internazionale ottenuto da Verona negli sport di squadra.

A 12" dalla fine, la Stella Rossa ha in mano la palla per conquistare la Coppa. È sotto di otto punti (64-72), ma a Verona ha vinto di sei. Con una tripla metterebbe le mani sul trofeo, ma la difesa Mash è superba, il tiro avversario contrastato, Sandro Boni cattura il rimbalzo, subisce fallo, va in lunetta a meno 3"4, infila un tiro. Ed esplode la felicità. È la sera dell’1 aprile 1998 a Belgrado e la Mash regala a Verona il primo, e ancora unico, trofeo internazionale negli sport di squadra.
L’imponente Pioneer è zittito. I giocatori di Lucic sono a terra, piangono. Il pubblico scaglia monetine sul campo. I gialloblù raggiungono precipitosamente lo spogliatoio. È festa grande. Lo è anche a mille chilometri di distanza, al PalaOlimpia, davanti allo schermo gigante. Lo è, ancora, alle due e passa di notte all’aeroporto di Villafranca dove centinaia e centinaia di tifosi attendono il rientro della squadra. A Giuseppe Vicenzi è consentito l’ingresso in pista ed è sotto la scaletta dell’aereo quando il fratello Mario e il capitano Roberto Dalla Vecchia gli consegnano il trofeo.
NOTTE MAGICA. «Immaginarsi se non ricordo quella notte - riferisce il principale autore della storia scritta a più mani del basket scaligero - . Prendere una coppa del genere, per noi, “nuovi” arrivati a livello internazionale non era cosa da poco. Ricordo l’entusiasmo della notte, quando eravamo all’aeroporto in lunga attesa. L’aereo era in ritardo. La settimana prima avevamo perso in casa e la Coppa sembrava irraggiungibile. Battere i serbi in casa loro era considerata un’impresa. Dopo gli americani, erano loro i più forti. La nostra vittoria a Belgrado fece sensazione. Ricordo quella sera come una delle più belle di sempre, anche se non dimentico quella di Bologna quando conquistammo, da squadra di A2, la Coppa Italia».
L’anno prima, la Mash aveva perso la finale di Coppa Europa, a Cipro, contro il Real Madrid «e partimmo con l’intenzione di fare bella figura nella Korac». «Eravamo organizzati per riuscirci - ricorda Giuseppe Vicenzi -, ma vincerla era impensabile, almeno all’inizio. Poi, la fiducia è arrivata, partita dopo partita. È stata una gran bella soddisfazione portare un trofeo internazionale in una piazza calciofila come Verona».
CIPRO. È stata una vittoria «nata un anno prima, dalla sconfitta di Cipro». Lo dice Andrea Fadini. Già sull’aereo di ritorno dall’isola, si meditava sugli errori commessi e si facevano propositi per l’anno dopo quando la Mash avrebbe avuto Iuzzolino tesserabile come giocatore italiano. Fadini ammette: «L’anniversario mi era sfuggito». Ma spiega: «Non ricordavo perché non è l’unico risultato importante colto a livello internazionale. Certo, la Korac è trofeo prestigioso perché la competizione, a livello tecnico, andava vicino alla Coppa dei Campioni. Ma l’anno prima avevamo giocato e perso una finale di Coppa delle Coppe contro il Real Madrid. Al 99 per cento, le squadre che arrivano alla ribalta internazionale e non hanno alle loro spalle tradizione e storia, perdono le prime finali proprio per una mancanza di abitudine a vivere eventi speciali e straordinari, sotto le luci dei riflettori. A Cipro avevamo di fronte il Real di Obradovic. La vittoria nella Korac è figlia di quella finale e di quella sconfitta». Ma Fadini ricorda anche la precedente semifinale di Coppa Europa, sempre col Real Madrid, «con Kempton che all’ultimo secondo manca i due tiri liberi che ci avrebbero mandato alla “bella” contro un signor Real, guidato da Clifford Luyk». E non dimentica «l’esordio nella prima edizione dell’Eurolega moderna dove oggi c’è una “guerra santa” per arrivarci e solo un’italiana, Siena, è nel ranking europeo». Allora, invece, «Verona era nel ranking europeo».
NELLA TANA DEL LUPO. I ricordi tornano rapidamente alla mente. «Quella sera, a Belgrado - racconta Fadini - fu un film non scontato. Venivamo dalla sconfitta in un PalaOlimpia tra i più gremiti di sempre, con la gente abbarbicata sui gradini. Quella sera, avremmo riempito un impianto da sette-ottomila posti, questo è sicuro. A forza di attesa e pressione, non avevamo giocato una buona partita e, invece di vincere come ci aspettavamo, perdemmo. A Belgrado, le cose si sono completamente capovolte. Siamo andati nella tana del lupo come vittime predestinate, quindi senza nulla da perdere. Tutta Europa ci dava per sconfitti. Ci fossero stati i bookmakers, scommettere su noi sarebbe stato buttar via soldi e, magari, avremmo arricchito qualcuno». Insomma, c’erano «zero aspettative e, quindi, zero pressione».
«La Stella Rossa - dice Fadini - si sentiva già la Coppa in tasca. Invece, giocammo una partita magistrale, di grande intelligenza, pur con giocatori claudicanti come Keys, in campo con... una gamba sola. Quella squadra, aveva sì una possibile stella in Iuzzolino, ma era grande di chimica. Come sempre nei grandi successi, la chimica del gruppo ha fatto la differenza. Un giocatore umile e modesto come Brown, ad esempio, fu importante perché non alterava mai la chimica di squadra».
LA BOMBA DI IUZZOLINO. Riandare ai pensieri passati per la testa nella serata più bella del basket scaligero non è facile. Ma Fadini ricorda di «aver pensato potesse essere la volta buona quando, in un momento chiave della partita, Iuzzolino mise dentro una bomba da otto metri con una virata dorsale, ad altissimo coefficiente di difficoltà, regalando uno dei più bei gesti atletici di sempre» e sottolinea «la prestazione di Dalla Vecchia, giocatore molto particolare e istintivo che ci aveva abituato, di tanto in tanto, non sempre perché altrimenti avrebbe giocato nell’Nba, a serate clamorose, nelle quali come alzava la pano, la palla entrava a canestro». «E quella - conclude Fadini - fu una serata magica per lui, quasi come nella serata di Vitoria contro il Tau, che espugnammo con una sua clamorosa prestazione nel tiro da tre punti».
Fadini resta ancora oggi colpito dalla «gente venuta ad attenderci all’aeroporto, alla due di notte di un giorno feriale». E conferma che «la Coppa Korac era un obiettivo». Precisa: «Non voglio prendermi meriti, ma studiavo quelle stagioni in Europa in forma certosina, molte volte in modo eccessivo tanto che giocavamo meglio in Coppa che in campionato. Era talmente importante il palcoscenico internazionale che avevamo creato una società che avesse questa proiezione oltre i confini, anche attraverso una diplomazia politica molto efficace. L’arrivo di Blasone, uomo di grande esperienza internazionale, che aiutò molto Mazzon,era legato agli impegni europei».

Renzo Puliero - L'Arena




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02/04/2008 00:01

Innanzitutto grazie a Lullaby per avere citato l'articolo, quando ci sarà più tempo commenteremo anche quello. [SM=g27811]
Questa sera vorrei fare il resoconto della trasmissione perché, sapete, è sempre bello ricordare qualcosa di così speciale, per cui ci tengo a lasciare questo ricordo sul WEB (sì lo so, era più facile metterla su YouTube, ma chi ce li ha i mezzi? [SM=x572534]).
Innanzitutto la replica è partita in puro stile basket, quindi alle 22.25 e non, come avevo detto, alle 21.10, questo perché hanno messo in onda una specie di trasmissione-pubblicità sulla Toyota ibrida e su altre innovazioni scrause. [SM=g27825]
Anzi, vi dirò di più: durante la trasmissione precedente, tale "Educare alla salute" dove peraltro è stata confermata la presenza delle temutissime cavallette Bantù (il nemico naturale di Slam dal 1997... tutto vero...), mi sono addormentato.
"B come basket" inizia con l'introduzione di D'Errico: "Verona sale sul tetto d'Europa e ci sale con la pallacanestro" (che sia un messaggio verso qualcuno?), in studio si trovano Mazzon e Fadini, i due "Andrei". [SM=x572534]
Si comincia subito con un discorso sulla società, ovverosia la base per arrivare ai primi posti sia ad alti che a bassi livelli.
La discussione si sposta su Mazzon: dov'è finito in tutti questi anni? D'Errico parla di Atene e Salonicco, Andrea se la ride spiegando che le altre due finali europee le ha perse e aggiunge che in studio ci sono loro, ma che dovrebbero essere presenti tutti quelli che hanno partecipato all'impresa.
Partono le immagini di andata e ritorno della finale, Mazzon spiega che dopo aver girato per l'Europa e giocato tante partite di coppa, scendere nel campo di casa all'andata può essere molto difficile per due fattori: la pressione e il pensiero perpetuamente rivolto alla differenza canestri.
Fadini, scherzando, dice che dopo l'andata era "imbufalito come una tigre" (terminologia quasi poetica), chiama la coppa Europa "coppa delle Coppe" e spiega che tutto è partito dalla finale persa col Real Madrid, aggiunge, inoltre, una chicca piuttosto importante che non abbiamo mai saputo... per l'andata hanno, e cito: "Dovuto rimandare indietro prenotazioni e biglietti".
Durante le immagini del ritorno a Belgrado (che inizialmente sembrano prese dal nostro forum perché sono un po' sfuocate ma poi tornano normali) Fadini scherza su Mazzon spiegando la brutta avventura che l'allenatore ha avuto quest'anno sportivo con la Fortitudo al Pionir (e non Pioneer come è stato scritto su "l'Arena", mica sono entrati in una cassa stereo [SM=x572534]). La gag è stata:
"Sai dove sono?"
"No." (della serie... che mi frega)
"Al Pionir!"
"Ah! Allora ti porterà bene!"
E infatti, dice Fadini, hanno preso dai 25 ai 30 punti, Mazzon fa notare che sono stati meno, ma il risultato è stato il medesimo. [SM=g27835]
Mazzon insiste molto sul fatto dello "spessore" delle persone incontrate a Verona, parla di anni fantastici e gente meravigliosa, e dice di aver incontrato Keys a Jesolo e di averlo trovato più grasso di tre chili. [SM=x572534]
Si ricorda, inoltre, di quando è entrato nel Pionir col preparatore atletico (ma non gli sovviene il nome: il mitico Faccioli) e del bellissimo discorso ai giocatori fatto da Blasone, smentendo così i maldicenti, i quali sostengono che fra i due ci fossero state guerre personali (o forse è passato talmente tanto tempo che ci ha messo una pietra sopra?). [SM=x572605]
Fadini a quel punto interrompe tutti e, rifacendosi al discorso, fa notare che la figura di senior assistant è praticamente nata a Verona che, come al solito, ha anticipato i tempi.
Iniziano le interviste tratte dallo speciale trasmesso prima di "Torniamo tutti a canestro!" e dalla serie cult ([SM=g27828]) "Vincerò": Boni nella sede di quella che allora era la San Zeno con alcune coppe alle spalle, Jerichow, che sostiene di essere stato bersagliato con le aste delle bandiere serbe e che gli ultimi tre secondi non sono stati giocati, Dalla Vecchia, Gnad che ricorda la stoicità di Keys e Bullara che asserisce di vedere ogni tanto la gara di Belgrado con suo figlio.
Fadini torna sul discorso dell'esperienza, sostiene che "una squadra di giovani di talento quelle partite le sbaglia" e fa notare come la Mash Riello sia stata composta in parte da vecchi volponi, nel frattempo, durante i filmati, si vede l'abbraccio tra i due fratelli Vicenzi e si ricorda Mario.
Arriva in studio la telefonata di Soave che, stranamente, ricorda la felicità degli americani perché "di solito quando vengono in Italia non sono poi così interessati alle sorti della squadra", ma la discussione torna subito in carreggiata quando si tocca il tasto dolente (in tutti i sensi) della gomitata a Nobile nella partita del "Basket Scaligero" giocata contro Padova.
Né Soave né Fadini se n'erano accorti, il secondo si è detto molto arrabbiato, sostenendo che non si è trattato di un contatto di gioco (fallo "inqualificabile e inconcepibile, non ci sono giustificazioni").
Andrea prosegue il discorso rifacendosi al giocatore in collegamento telefonico e gli dice che "deve dimenticare la Korac e di vincere delle coppe".
Soave risponde che non vede la possibilità di vincere coppe in B2, ma che lo farà. [SM=x572534]
A quel punto si arriva al solito discorso: tornerà Verona ad alti livelli?
Si capisce che è un argomento tabù perché, mentre D'Errico lo introduce, parte uno sbuffo di Fadini che risuona in studio e in tutte le case dei veronesi ([SM=x572534]), Andrea prova a fare un'altra gag, dicendo che Mazzon ha già deciso di donare tutto il suo patrimonio per il ritorno della Scaligera (sottolineo che ha detto proprio "Scaligera" con la "a", fatto da non trascurare), Mazzon ovviamente impallidisce e, con voce flebile, risponde: "Ah non lo sapevo" (della serie "con Fadini non si sa mai [SM=x572605]).
Poi Fadini cerca di "aggredire" D'Errico ([SM=x572566]) ad alta voce, ovviamente sempre con tono ironico, dicendogli di chiedere "a Vicenzi e alla banca" (come se Innocenzi non esistesse). [SM=g27829]
Alla fine desiste e asserisce che di idee ce ne sono tante, di entusiasmo anche e aggiunge che chi conosce bene la città sa che ci sono le potenzialità: "Fatico a trovare in Italia una realtà di questo tipo".
Fa l'esempio della partita giocata ultimamente con Padova e sostiene che 300 dei 600 spettatori erano veronesi venuti di loro iniziativa: persone positive e genuine.
Lo specialone si conclude con la frase di Fadini circa il ritorno di Verona: "Non so quando avverrà, sono certo che avverrà", zumpappero zumpappà. [SM=x572534]



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02/04/2008 05:30

Grande riassunto Dave, assomiglia a quegli editoriali che facevi per gli Slam cartacei proprio 10 anni fà.
Meno male che ho visto lo speciale in diretta, bellissimo!
E Fadini finalmente si è un pò sbilanciato, rivedremo il basket di serie A già l'anno prossimo? Sì, grazie al patrimonio di Mazzon ahah.
[Modificato da Iuzzolino 02/04/2008 05:31]



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02/04/2008 08:20

Ieri sera per la prima volta ho avuto la netta impressione che il prox anno sarà serie A... [SM=g27823] Fadini è stato fin troppo chiaro!! [SM=g27811] e riprendo quello che ha detto a Mazzon... scaligerA



non preoccupatevi di perdere, pensate a vincere..
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02/04/2008 16:28

Così, a mente fredda, devo dire che forse si è trattato dello speciale più interessante.
Se n'erano fatti altri, uno addirittura con Rana (!), ma stavolta non dico che Fadini ha fatto una promessa, però qualcosa che le si avvicina molto; insomma si è trattato di qualcosa di più di una rimpatriata.
Intanto dopo anni e anni abbiamo sentito il nome "Scaligera" e poi c'è stata la mezza dichiarazione finale.
Devo dire anche che, al di là di tutte le antipatie che si possono avere per questa o quest'altra persona dopo tutto quello che è successo, mi ha colpito molto l'aspetto umano della storia della Scaligera.
Mi spiego: qualsiasi giocatore o addetto ai lavori che ne ha fatto parte parla sempre di amici e gente di spessore (tranne Minto che ha chiesto scusa nel '98 ah ah).
Indubbiamente a Verona c'è sempre stata questa sfumatura: il basket come stile di vita che accomuna tutti.
Come ha detto Fadini, è una caratteristica che si può trovare in pochissime città d'Italia.



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04/04/2008 05:55

Scafati e Capo d'Orlando per esempio. [SM=x572534]



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12/04/2008 00:28

Però, Iuzzo... tutto questo risentimento contro le piccole provinciali... è da rivedere, sai?
Ogni piccola città ha la sua storia.
Se vai in fondo ad essa scopri che, per esempio, a Messina c'è voglia di grande basket, che Capo d'Orlando in quanto a tifosi potenzialmente è un'altra Cantù e che a Patti ogni anno viene fatto un piccolo miracolo per il movimento.



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13/04/2008 15:33

Quando si vince è facile essere "potenzialmente una nuova Cantù".



Sono diventato medico per curare le malattie, non i malati.
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15/04/2008 22:30

Verissimo, però questi sono partiti dal nulla e hanno fatto una scalata imperiosa, qualcosa vorrà dire.



[IMG]http://i32.tinypic.com/hwwy9k.jpg[/IMG]
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16/04/2008 19:40

Re:
Davide, 12/04/2008 0.28:

Però, Iuzzo... tutto questo risentimento contro le piccole provinciali... è da rivedere, sai?
Ogni piccola città ha la sua storia.
Se vai in fondo ad essa scopri che, per esempio, a Messina c'è voglia di grande basket, che Capo d'Orlando in quanto a tifosi potenzialmente è un'altra Cantù e che a Patti ogni anno viene fatto un piccolo miracolo per il movimento.



Bah io li continuo a vedere per quello che sono: fenomeni casuali dovuti a un presidente pazzo che si è svenato.



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16/04/2008 23:19

Re:
Dr. Basket, 13/04/2008 15.33:

Quando si vince è facile essere "potenzialmente una nuova Cantù".


Cioè una società che quest'estate chiude?

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17/04/2008 00:15

Le possibilità che Cantù chiuda sono alte, però forse Cantù fa più clamore: ci sono altre società messe peggio che non lo fanno vedere.



Sono diventato medico per curare le malattie, non i malati.
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17/04/2008 02:12

Iuzzolino, 16/04/2008 19.40:



Bah io li continuo a vedere per quello che sono: fenomeni casuali dovuti a un presidente pazzo che si è svenato.



Iuzzo, pensala come ti pare, intanto "noi qua e loro là"... lallero lallà. [SM=x572564]



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19/04/2008 02:04

Stai a vedere che stavolta aveva ragione Iuzzo.



Sono diventato medico per curare le malattie, non i malati.
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19/04/2008 15:19

Doc, io ho parlato solo di movimento cestistico e di grande voglia... non ho visto le cose da un punto di vista economico, anche perché, come ha detto Walker su Basket Connection, al sud è un disastro:

Walker - Lugo, 19/04/2008 13.25:

Purtroppo la situazione delle squadre del sud è preoccupante.

Napoli si sa
Scafati è messa male male
CDO senza presidente e sponsor

Avellino... io penso che arriveranno sorprese.

Qui si rischia di veder sparire il basket dal sud



Su Capo d'Orlando si discute qui:

freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=7451805



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